Il 22 maggio 2011 la Germania ha segnalato un aumento di casi di sindrome emolitico uremica (SEU) e diarrea emorragica (EHEC)  a partire dal 25 aprile 2011. 

Il ceppo associato al focolaio epidemico è stato identificato come E. coli O104:H4 (vtx2-positivo; eae- negativo; resistente ad alcuni antibiotici).

 

Persone colpite

La SEU è la più importante complicanza delle infezioni intestinali da E. coli produttore di verocitotossina (VTEC) e colpisce in genere i bambini di età inferiore a 5 anni. Sorprendentemente, i pazienti più frequentemente coinvolti nel focolaio tedesco sono adulti e giovani adulti (età compresa tra 20 e 65 anni), con una netta predominanza di donne (71% dei casi). Nuovi casi di malattia continuano a essere riportati, indicando che il focolaio epidemico è ancora attivo. Le informazioni ufficiali fornite dall'OMS indicano che al  31 maggio 2011 in  Germania sono stati riportati 470 casi di SEU e 1064 casi di EHEC; altri casi sono stati notificati da, Austria (seu , EHEC 2), Repubblica  Cecoslovacca (0, 1), Danimarca (7, 10), Francia (0, 6), Olanda (4, 4), Norvegia (0, 1), Spagna (1, 0), Svezia (15, 28), Svizzera (0, 2), United Kingdom (3, 4) e  USA (2, 0). (dati del 2 giugno).

Tutti i casi eccetto 2 si sono verificati in persone che risiedono o sono state di recente nel nord della  Germania durante il periodo di incubazione dell'infezione  (tipicamente da 3 a 4 giorni dopo l'esposizione ), in un  caso  c'era stato un contatto con una persona proveniente dal nord della Germania.

 

Il ceppo epidemico

Il ceppo associato al focolaio epidemico è stato identificato come E. coli O104:H4 (vtx2-positivo; eae- negativo; resistente ad alcuni antibiotici). Le caratteristiche del ceppo, disponibili sul sito dell'Istituto Robert Koch (pdf 10 kb), indicano che si tratta di un sierotipo poco comune caratterizzato dalla mancanza del gene eae, codificante per un fattore di adesione considerato un carattere comune dei ceppi VTEC altamente patogeni.

 

Origine e fonte dell'infezione, ancora sconosciuta

La fonte d'infezione non è ancora stata definitivamente identificata. Sulla base delle indicazioni fornite dall'indagine epidemiologica le autorità sanitarie tedesche hanno avviato un massiccio piano di controlli sui vegetali.
VTEC O104 non rientra tra i sierogruppi più comunemente associati a malattia nell'uomo e il ceppo associato al focolaio tedesco ha caratteristiche di virulenza particolari (eae-negativo) che ne rendono difficile l'identificazione nelle matrici alimentari, visto che i metodi attualmente disponibili sono mirati ai ceppi eae-positivi. Per tale motivo il Laboratorio comunitario e nazionale di riferimento per E. coli presso l'Istituto superiore di sanità ha recentemente elaborato e messo a disposizione dei laboratori nazionali di riferimento dei Paesi membri e agli Istituti zooprofilattici sperimentali un protocollo diagnostico per l'identificazione tramite PCR di VTEC O104. 

 

Situazione in Italia

In Italia non sono stati segnalati casi di malattia e/o infezione da VTEC O104:H4 riconducibili al focolaio, così come in altri 8 Stati membri (Austria, Repubblica Ceca, Finlandia, Ungheria, Norvegia, Polonia e Slovenia, Irlanda). Inoltre nel nostro Paese il siero gruppo VTEC O104 non è mai stato identificato nel corso di infezioni umane né individuato da campioni di animali o alimenti. 

 

Segnalazione casi sospetti

Il Ministero della Salute ha diramato una informativa (pdf 413 kb) alle Regioni che sono state allertate rispetto al possibile verificarsi nel nostro Paese di casi di SEU o diarrea emorragica riconducibili al focolaio, richiedendo la di segnalare casi sospetti e inviare i campioni diagnostici all'Istituto superiore di sanità. 
Nel nostro Paese la sorveglianza delle infezioni da VTEC nell'uomo si attua nell'ambito del sistema di sorveglianza delle malattie infettive (DM 15/12/1990). Le infezioni da VTEC rientrano, inoltre, nella rete di sorveglianza di laboratorio Enter-net Italia coordinata dall'Iss, che fornisce anche i dati sulle infezioni da VTEC che vengono inviati dal ministero della Salute al sistema europeo di sorveglianza epidemiologico delle malattie trasmesse da alimenti (Ecdc). 
In Italia, la SEU non è soggetta a notifica obbligatoria nell'ambito del sistema di sorveglianza delle malattie infettive. La sua sorveglianza su base nazionale viene attuata da una rete di centri di nefrologia pediatrica nell'ambito delle attività del Registro Italiano della SEU, coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità e dalla Società italiana di nefrologia pediatrica. Il numero di casi di SEU segnalati ogni anno al Registro è di circa 40. I sierogruppi VTEC più frequenti sono O157 e O26. 

 

Indagini in Italia (Fonte Ministero Salute)

Sono risultate negative le prime indagini effettuate nel nostro Paese sull'Escherichia coli,  
“I risultati tranquillizzanti dei laboratori di Milano e Bologna – ha dichiarato il Ministro della Salute, professor Ferruccio Fazio – sembrano confermare le conclusioni delle autorità sanitarie di Amburgo, secondo cui la contaminazione che ha colpito i cittadini tedeschi e i turisti di altri Paesi europei che hanno soggiornato in Germania, non deriverebbe dai cetrioli importati dalla Spagna, ma da altre cause ancora sconosciute presenti in Germania. Ribadisco in ogni caso che per fugare ogni rischio basta attenersi agli elementari criteri di igiene: lavare bene i cetrioli o le altre verdure e lavarsi le mani.”
Tramite il sistema RASFF della Commissione europea  (sistema di allerta comunitario per alimenti e mangimi dalle  indagini sinora eseguite non risulta nessun coinvolgimento del territorio nazionale. I Servizi Aulss competenti sono stati allertati. Maggiori informazioni.

 

Domande più frequenti FAQ

(Fonte Ministero Salute) aggiornamento: 01Giugno 2011 

 

Come può avvenire la contaminazione di frutta e verdura?

La contaminazione può avere origine da acqua contaminata o fertilizzanti naturali. Il patogeno può essere trasmesso anche con la preparazione dei cibi. La contaminazione può essere diretta o indiretta attraverso le mani, l'attrezzatura,  i coltelli e/o altri utensili di cucina.

 

Come può essere ridotto il rischio di infezione?

Innanzitutto il rispetto delle comuni regole d'igiene riduce il rischi di infezione: 

– prima della preparazione di cibi o dopo il contatto con alimenti crudi, lavarsi accuratamente le mani con acqua e sapone e asciugarle bene;

– conservare e preparare la carne cruda separatamente dagli altri cibi (frutta e verdura), ad esempio in caso di barbecue usare taglieri, piatti e pinze separati;

– pulire accuratamente, sciacquare con acqua calda e asciugare le superfici e gli oggetti dopo un contatto con alimenti crudi, i suoi involucri o l'acqua di condensa;

– lavare accuratamente frutta e verdura crude prima del consumo (possibilmente con acqua calda, strofinandole energicamente per almeno 30 secondi) e, se necessario pelarle. 

– lavare e sbucciare successivamente frutta e verdura, pur non eliminando completamente i germi, riduce la carica batterica e quindi il rischio di infezione.

 

Come può essere eliminato il batterio?

Il batterio può essere eliminato con il calore della cottura.
La temperatura di 70°C al centro dell'alimento deve essere raggiunta e mantenuta per almeno due minuti.
Il comune processo di riscaldamento per la produzione di confetture e conserve porta all'inattivazione del batterio; anche nel caso di cetrioli in salamoia, la combinazione di trattamento termico, il basso pH e il contenuto salino costituiscono una sufficiente garanzia.

 


Riferimenti on line:

Materiale informativo da sito web del SIAN  del ULSS20 di Verona